Recuperi



Mirandola

La Caduta delle Ultime Aquile

Siamo nella primavera estate del 2005 un nostro membro (Spinozzi Marcello) viene a sapere in maniera approssimata di un velivolo caduto vicino Mirandola, questa informazione gli è riportata da un suo amico (Tassinari Ugo) che abita da quelle parti. Incarichiamo subito il Sig. Ugo di trovarci dei testimoni che ci confermino l’accaduto, ed entro qualche mese i risultati non mancano. Ugo Tassinari ci trova una persona (Cavicchioli Attiglio) che oltre confermarci della caduta dell’aereo ci porta dove il velivolo si schiantò più di sessanta anni fa. Siamo in un terreno agricolo di proprietà dell’azienda Molinari, a meno di un chilometro da Mirandola, e il Sig. Attilio ci racconta quello che vide.”

” Ero bambino… sapete i bambini sono curiosi ed incoscienti….Mi dissero, non ricordo chi, che il giorno prima cadde un aereo poco distante da dove abitavo, mi recai immediatamente proprio qua dove siamo ora…… c’erano dei tedeschi che presidiavano la zona, vidi dei rottami in superficie, pezzi di ali sparpagliate ed accartocciate un po’ dappertutto, i tedeschi stavano cercando di recuperare quello che si poteva, fecero anche uno scavo per tentare di recuperare il corpo del Pilota, ma ben presto abbandonarono, era troppo basso e per i mezzi dell’epoca era impossibile il recupero. Quello che sapevo è che si recuperò delle dita di una mano, dei pezzi della testa dello sfortunato aviatore e altri pezzi dell’aereo, poi la buca fu chiusa, qui sulla strada(Via Imperiale) che all’epoca era poco più di una carraia, i tedeschi vi misero un paletto di legno, non vi era alcun nome scritto sopra, ma solo una data (che ora non ricordo) e l’indicazione della caduta dell’aereo, questo paletto fu poi tolto dopo la fine della guerra, quando asfaltarono la strada”

La prima cosa da fare ora è contattare la proprietà del fondo agricolo per farci autorizzare ad entrare nel terreno per eseguire i primi sondaggi con i Cerca metalli.
Il permesso ci è concesso, anzi la signora Armanda Vedova Molinari è molto interessata a questa vicenda, in più ci racconta che anche il marito sapeva di questa storia e ci conferma le stesse cose raccontate dal Sig. Attiglio, che aggiunge particolari molto interessanti, ecco quanto ci ha detto.”

” Si si mio marito era ha conoscenza di questo aereo che è caduto sulla nostra terra, anzi mi ricordo che mi raccontava che qualche anno dopo la fine del conflitto venne dalla Germania (Monaco di Baviera) un signore anziano con un bambino se non ricordo male cera di mezzo un’eredità o una cosa del genere…..comunque questo signore ingaggiò delle persone qui del luogo per tentare di recuperare la salma del pilota, ma non si riuscì a concludere nulla, lo scavo si riempiva continuamente di acqua e fu sospeso…..”.

Gennaio 2006, i primi sondaggi

A Mirandola, si reca una squadra di tecnici R.A.F. Per iniziare a setacciare tutta la zona segnalata dai testimoni. Lo staff dei tecnici è composta da una decina di persone tutte munite di cerca metalli, che in formazione si mettono a sondare il terreno. I segnali non tardano ad arrivare, dopo 10 minuti gli strumenti iniziano a suonare, vengono recuperati parecchi frammenti di allumino avio, l' area viene così bonificata per non influenzare la ricerca più approfondita con il cerca metalli per l' alta profondità. Questo strumento è in grado di rilevare masse metalliche a profondità notevoli (8-10 metri) I sondaggi sono positivi, viene individuata una massa metallica a circa 4 metri di profondità, l’euforia che pervade il gruppo è evidente! Concordiamo con la proprietaria del terreno la possibilità di eseguire altri sondaggi per poi iniziare il recupero. Nel frattempo, avviamo la lunga pratica burocratica per ottenere i permessi dalle autorità ed Enti interpellati come Comune, Carabinieri, Prefettura, autorità militari di competenza.

Maggio 2007, nuove testimonianze

Tra un sondaggio e un permesso, cerchiamo altre testimonianze per avere ulteriori informazioni, ci rivolgiamo anche alla Curia di competenza, che in questo caso è quella di Medolla piccolo comune alle porte di Mirandola. Il parroco è Don Davide Sighinolfi che collabora alle nostre ricerche, purtroppo non possiede alcun documento ufficiale che certifichi un decesso di un pilota tedesco in quella zona in periodo bellico. Ma, ormai coinvolto con entusiasmo nelle ricerche, Don Sighinolfi, ci comunica che tra i suoi parrocchiani più anziani, ci sono due testimoni del fatto in grado di darci qualche altra notizia e confermare l' accaduto.

Il 9 Maggio 2007 conosciamo Casali Anselmo che racconta:

“ Verso mezzogiorno vidi in cielo una formazione di aerei plurimotori disposti a freccia, saranno stati una decina circa e si stavano dirigendo da Est verso Ovest, uno degli ultimi aerei del gruppo si sganciò dalla formazione, ed è proprio in quel momento che appare un altro velivolo più piccolo e molto più veloce degli altri, vidi chiaramente come degli sbuffi di fumo su questo aereo, ed immediatamente dopo lo vidi precipitare al suolo, il luogo dove cadde il velivolo era un terreno agricolo di proprietà dei Sig MOLINARI nei pressi di Via Imperiale vicinissimo a Mirandola.
Dopo il disastro accorsero i tedeschi i quali con i pochi mezzi ha disposizione per l’epoca raccolsero poche cose, a parte le ali rimaste in superficie il resto dell’aereo con il suo pilota si era conficcato parecchio in profondità nella terra, si tentò uno scavo, si raccolse pochissimo dello sfortunato aviatore, poi si abbandonò tutto. In seguito il luogo della caduta dell’aereo fu segnalato da una specie di cippo di legno messo in prossimità della strada, questo cippo non portava alcun nome che io ricordi e fu tolto nel dopoguerra, quando rifecero la strada”

Il 22 maggio torniamo a Medolla per fare la conoscenza del Sig. Comini Gianfranco:

" Era una mattina, non ricordo bene il mese, non c'era freddo, forse Aprile o Settembre... Eravamo io con altri amici... Tre o quattro... A giocare dietro le scuole elementari di Mirandola, quando vediamo il cielo coprirsi da bombardieri alleati a gruppi di 3.
Ad un certo punto vediamo tre aerei più piccoli che si avvicinano ad un bombardiere, ed ingaggiano una battaglia; sentiamo delle raffiche di mitragliatrici e poi vediamo precipitare in picchiata uno degli aerei più piccoli, con il motore accelerato al massimo.
Corriamo con grande curiosità sul luogo dell'impatto, in Via Imperiale, e vediamo che si è creato un cratere e rottami fumanti sparsi ovunque.
Dopo di noi arrivarono dei militari tedeschi, tentarono di recuperare il relitto scavando 4... 5 metri, ma senza riuscire a portare in superficie nessun resto del pilota, quindi raccolsero quello che trovarono sparso sul terreno purtroppo trovarono anche una mitragliatrice dell'aereo che io e i miei amici avevamo nascosto in un cespuglio, poi chiusero il buco e andarono via."

Ritorniamo verso le nostre case con un bagaglio prezioso pieno di informazioni. L' aiuto di Tassinari è fondamentale in questa operazione, aiutandoci, causa la lontananza dal luogo delle ricerche, ad organizzare incontri e spostamenti nel Comune di Mirandola e località limitrofe.

Libri e archivi, alla ricerca del pilota.

Abbiamo assimilato tantissime informazioni, ora è giunto il momento di dare un nome al pilota, di sapere chi è ancora là sotto. Tra un sondaggio e una testimonianza, indaghiamo anche in internet, potente fonte di informazioni e consultiamo i libri dedicati alla storia dell' aviazione in Italia durante la seconda guerra mondiale. Troviamo il nome di Maximilian Volke, caduto a Mirandola, nel libro “Air War Italy 1944-45" di Nick Beale - Ferdinando D'Amico - Gabriele Valentini” L'abbattimento di Volke è citato anche nei volumi
“Geschichte des Jagdgerschwaders 77 “ di Jochen Prien, dove troviamo anche una foto del pilota. Ma non essendo l'unico ad essere abbattuto quel giorno, in quella missione, manteniamo il massimo riserbo. Non siamo ancora sicuri di chi o cosa ci sia là sotto.

La morte del maresciallo Maximilian Volke e dell'Aviere scelto Burgstaller ebbe un prologo negli avvenimenti dell'agosto 1944, quando l'infelice tentativo di annessione forzata dell'ANR alla Luftwaffe (operazione Phoenix) privò le già scarse forze della Luftwaffe in Italia dell'aiuto del I° e II° gruppo da Caccia dell'Anr. Ai primi di settembre, solo due gruppi (Stab JG77 e II./JG77 per complessivi circa 60 aerei) rappresentavano tutto il "patrimonio" dell'aviazione da caccia tedesca in Italia, anche loro sul punto di essere ritirati in Germania. La situazione generale del fronte italiano era, in quel periodo, tale da far presagire l'imminente abbandono di tutto il territorio a sud del Po di fronte alla imminente offensiva alleata che si sarebbe scatenata di lì a poco (l'incertezza sulla effettiva tenuta del fronte perdurerà almeno fino ad ottobre), e che nelle intenzioni degli alleati avrebbe dovuto causare lo sfondamento della linea Gotica e il dilagare delle armate alleate nella pianura padana. Lo sfondamento, con le due battaglie di Rimini e del Mugello, si verificherà, ma la resistenza tedesca da una parte ed una serie di miopie politiche ed errori da parte alleata impedirà il superamento delle difese tedesche, rimandando la fine della guerra all'aprile 1945.

Nella preparazione dell'offensiva, l'aviazione alleata ebbe una parte preponderante: oltre a colpire direttamente le posizioni nemiche sul campo di battaglia, cacciabombardieri e bombardieri medi cercavano, per quanto possibile, di isolare il campo di battaglia battendo incessantemente le vie di comunicazione, per impedire l'afflusso e lo spostamento di truppe e rifornimenti e per ostacolare una eventuale ritirata. I bombardieri medi, in particolare, avevano il compito di tagliare le linee di comunicazione nei punti sensibili quali i nodi ferroviari e gli importantissimi ponti sul Po. A questa impressionante armata aerea (690 sortite il giorno 1 settembre 44 solo da parte della Desert Air Force, che "copre" l'avanzata dell'8va armata britannica sull'adriatico) non si oppongono che i 60 aerei dello Stab JG77 e II./JG77.

Corsica, mattina del 5 settembre 1944

Il sole non è si è ancora alzato che già, dai vari campi della costa est dell'isola si alza il rumore dei grossi motori Wright dei B-25. Tutto il 57th Bomb Wing oggi sarà in volo, imitato nella vicina Sardegna dai Marauder americani e francesi di Decimomannu. Lo stesso sta avvenendo sull'adriatico, nei campi della Desert Air Force, dove gli aerei della Desert Air Force si stanno preparando a colpire gli obiettivi assegnati sul fronte dell'Ottava Armata. Sull'aeroporto ricavato fra le dune della spiaggia di Solenzara, il 446th Squadron del 321st Bombardment Group anche oggi si dividerà letteralmente in due: 6 aerei andranno a colpire un ponte a Pavia, e 9 andranno ancora una volta sul Po, a Polesella. Il ponte della ferrovia è ancora transitabile, e i tedeschi cercano di far affluire la maggior quantità possibile di rifornimenti alle loro truppe che cercano di contendere il possesso di Rimini, e la porta della Pianura Padana, ai soldati del Commonwealth. Più o meno un'ora di volo li divide dal loro obiettivo.

Ghedi , stesso giorno.

Hanno la consapevolezza di essere in pochi, di essere soli, e di essere gli ultimi. Non sappiamo se c'è, da parte dei vecchi piloti della 6 Staffeln del II Gruppe dello Jagdgeschwader 77, una particolare apprensione ad andare in volo oggi. Sanno che a giorni saranno rimpatriati, perché la situazione non lascia intravedere nulla di buono, in Italia, e in ogni caso c'è bisogno di loro in patria, per cercare di fermare le incursioni alleate sulle città. L'operazione Phoenix di agosto, il tentativo tutto politico di assorbire l'ANR concordato fra il Generale Richtofen e alcuni esponenti filotedeschi dell'ANR, è fallito in modo miserabile e controproducente: gli italiani, nella stragrande maggioranza, non si sono piegati al ricatto, sono stati privati dei loro aerei, e hanno lasciato i piloti tedeschi da soli ad affrontare la supremazia aerea alleata. A pochi chilometri più a est, a Villafranca, ci sono i loro colleghi dello Stab, il Comando di Gruppo, e null'altro. Hanno buone macchine, anche se un pò sfruttate: 40 Messerschmitt Bf109G6, buoni per scontrarsi con gli onnipresenti caccia alleati, e 19 Bf109G6/U4, un pò meno maneggevoli ma armati di un potente cannone da 30 millimetri. Pochi colpi sono sufficienti ad abbattere un quadrimotore, a condizione di arrivarci abbastanza vicino... E' il materiale umano a preoccupare: accanto ai nuovi piloti arrivati dalla Germania, a cui per tutto luglio e agosto è stato vietato di partecipare a missioni operative una volta constatata la superficialità del loro addestramento, ci sono gli Experten, gente sopravvissuta alla Russia e all'Africa, con un sacco di esperienza sulle spalle. Ossi duri che hanno imparato tutti i trucchi del mestiere, e che sanno tirare fuori il meglio dalle loro machine, ma anche gente stanca, sfiduciata. Nel loro avvenire non c'è, come per i colleghi americani, la 50ma missione, dopo la quale si ha diritto all'avvicendamento, ma c'è un'altra missione, e poi un'altra ancora, all'infinito, fino a che una ferita, uno schianto o la fine della guerra mettano fine al gioco. Il Maresciallo Pilota Maximilian Volke è uno di loro: ha sulle spalle 37 vittorie, conquistate in Russia e in Africa. E' sopravvissuto poi alla Sicilia e alla lenta ritirata lungo lo stivale. Ha 29 anni, e forse quel giorno, mentre si infila il paracadute sulla camicia color sabbia, si sente particolarmente stanco. Nei giorni precedenti ha probabilmente volato molto e concluso poco, dovendo fare da chioccia ai piloti novellini e cercando nello stesso tempo di non farsi ammazzare. Come ha fatto migliaia di volte si arrampica nella cabina del suo aereo, un G6/U4, e ancora non sa che non ne scenderà più. D’un tratto l'aeroporto si anima, l’ordine di decollare è arrivato. I meccanici si affannano a girare la manovella dello starter, quando il grosso volano ha raggiunto un numero di giri sufficiente il pilota ingrana l’avviamento. La poca benzina che arriva al reparto non è di buona qualità e i motori si avviano tossendo e sputacchiando, mentre nuvole di fumo nero escono dagli scarichi. Bisogna decollare subito, le formazioni alleate stanno arrivando velocemente, bisogna evitare di bruciare i motori che a terra, si surriscaldano rapidamente, e bisogna fare quota, più quota dei bombardieri in arrivo e ancora più quota dei caccia che sono ovunque sulla pianura. Da Ghedi e da Villafranca si alzano gli ultimi piloti da caccia tedeschi in Italia.

28 Giugno 2007, il prescavo e lo scavo finale (video)

Punto d'incontro per nostri spostamenti è Argenta, destinazione Mirandola. Scopo della spedizione eseguire un prescavo, cosa estremamente utile nell’individuare l’esatta posizione del relitto dell’aereo. La colonna dei RAF è composta anche da personale della Protezione Civile di Lugo di Romagna. Presenti al prescavo abbiamo Ignazio Bologna, Simonetta Bologna, Marani Andrea, Scapoli Daniele, Stagni Gianluca, Spinozzi Marcello, Spinozzi Donato,Vergimigli Bruno, Biavati Moreno, Ferrari Mazzanti Alberto,Venturini Paolo e dal nostro presidente Leo Venieri. Alle 9 ci mettiamo in marcia. Arriviamo a Mirandola verso le ore 11.00 , ci organizziamo subito per un ulteriore sondaggio con i metaldetector e procediamo con un prescavo sul punto memorizzato con il GPS durante i sondaggi precedenti. Immaginiamo quante volte sia passato l’aratro in quel pezzo di terra, e quante volte siano stati mescolati con il terreno i frammenti rimasti in superficie. Il Bob-Cat affonda la piccola benna a strati, fino ad 1 metro e mezzo di profondità, permettondoci di riportare alla luce pezzi sempre più consistenti del velivolo, parti di lamiere accartocciate con ancora il colore originale, parti della coda e altri importanti indizi. Il materiale recuperato viene pulito ed esaminato sul posto, colore e particolari ci portano all' identificazione di velivolo tedesco, ma finché non scaveremo, non avremo mai la certezza di cosa e chi troveremo la sotto Abbiamo stimato la massa ad una profondità di 3... 4 metri e dopo la massa, a non meno di 8 metri, una seconda massa, forse il motore. Il terreno è piuttosto sabbioso sicuramente troveremo falde acquifere. Il recupero viene organizzato per il 7 Luglio 2007. La ditta incaricata ad intervenire con 2 ruspe è la General Beton S.R.L di Mirandola Gli organi civili e militari sono allertati e pronti ad intervenire.

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