Piloti

Bortolani

Storia del recupero

Tenente GUERRINO BORTOLANI
Zocca (MO) 09/07/1916 - Bagnoli di Sopra (PD) 11/03/1944
1ma Squadriglia Asso Di BASTONI
Missione: decollo su allarme h 11.03 dell' 11 Marzo 1944 a bordo del MACCHI 205 / V M.M.82301, per contrastare una imponente formazione di Bombardieri strategici B17 che incrociava i cieli tra Padova, Venezia e Chioggia. Nel terribile scontro aereo tra il primo gruppo caccia della A.N.R. e la nutrita scorta delle formazione costituita da P47 THUNDERBOLT si registrarono perdite in entrambi gli schieramenti e 3 piloti dei Macchi non fecero piú ritorno alla base. Il Tenente G. Bortolani fu recuperato a bordo del suo velivolo il 26-27 settembre 2014 presso Bagnoli di Sopra (PD) dai volontari di ROMAGNA AIR FINDERS.

L’11 marzo 1944 fu una brutta giornata per la città di Padova. I bombardamenti alleati furono particolarmente violenti nella città veneta, l’obiettivo era il polo ferroviario padovano, ma tutta la città subì gravi danni, che interessarono Basilica degli Eremitani e la vicinissima Cappella degli Scrovegni. Per tentare di limitare i danni, il I° gruppo caccia, guidato dal Capitano Adriano Visconti, si alzò in volo a bordo dei velivoli Macchi 205 Veltro. Le forze alleate, costituite e dal gruppo di bombardamento e dai gruppi di scorta, erano per mezzi e per numero nettamente superiori alle forze italiane, coadiuvate da un gruppo tedesco, il JG77, con i loro Bf109. Il 325th FG ebbe ovviamente la meglio. Gli italiani perdettero 4 velivoli e 3 piloti, quattro furono i piloti tedeschi abbattuti. Gli italiani perdettero il Ten Boscutti, abbattuto nei pressi di Correzzola (PD), il Ten Castellani, caduto in mare al largo di Chioggia (VE) ed il Ten Bortolani Guerrino. Il Ten Stella riuscì ad effettuare un atterraggio d’emergenza e salvarsi. Nel novembre 2006, subito dopo il recupero del Ten Boscutti, il gruppo Romagna Air Finders (R.A.F.), sotto l’egida del Presidente Leo Venieri, decise di porsi come obiettivo, il recupero del velivolo e del corpo di Bortolani. La ricerca di testimoni oculari e viventi fu lunga e difficile.

Nel 2011, i RAF vennero contattati da una persona che conosceva, dal suocero, la storia di un caccia caduto, nel 44, nella campagna a sud di Padova e di un bombardiere sudafricano caduto sempre in zona. Mentre si procedeva al recupero del B25 SAAF e del suo equipaggio, continuava la ricerca della zona d’impatto dell’aereo italiano. Finalmente venimmo contattati da un signore, ultraottantenne che ricordava l’accadimento e, importante, dove cadde il caccia. Iniziarono subito le ricerche del proprietario del terreno agricolo dove si trovava sepolto l’aereo, e trovato il proprietario, iniziarono i primi sondaggi con metal detector e sensori di profondità. I primi due tentativi andarono a vuoto, vista anche la grandezza della campagna, ma il rinvenimento di frammenti di alluminio avio facevano pensare che si era nel posto giusto. L’ultimo tentativo venne fatto in un campo adiacente a quello indicato dal nostro testimone e, finalmente, gli strumenti e il ritrovamento di un numero cospicuo di frammenti, fecero capire che quello doveva essere il crash site. Un problema non da poco era rappresentato da un canale d’irrigazione, da dove proveniva parte del segnale. Attivate tutte le procedure burocratiche ed ottenuti i permessi e dalla proprietà e dalle autorità civili e militari, veniva fissata, come data dello scavo, i giorni 26 e 27 settembre. La mattina del 26 settembre i volontari del RAF si trovarono nel campo per apprestarsi allo scavo. L’escavatore iniziò subito a togliere sabbia, terra e fango e dopo poco cominciarono ad emergere, dal fango e melma le prove che l’aereo impattò proprio lì. La ruota del carrello anteriore, il ruotino di coda, pezzi di motore e longheroni della fusoliera..

Tra i vari frammenti improvvisamente comparve quello che tutti aspettavano: il paracadute ancora chiuso sopra il quale sedeva il pilota... finalmente dopo oltre 70 anni veniva estratto dalla terra il corpo di un ragazzo di 27 anni che morì in combattimento aereo per proteggere le proprie città. Lo scavo continuò anche il giorno seguente per permettere il recupero di più materiale possibile, recuperate le bancate del motore DB605, la cloche, la pedaliera, strumenti vari di bordo e varie parti di fusoliera. Mentre il medico legale ricomponeva la salma del Ten Bortolani, si procedeva alla chiusura dello scavo e al ripristino del terreno, poi si procedeva alla benedizione dei resti del pilota e la consegna alle autorità del Comune di Bagnoli di Sopra. Un minuto di silenzio in memoria del Ten Bortolani e di tutti i caduti concludeva la toccante ed emozionante due giorni di scavo.

Romagna Air Finders dedicano il recupero del Tenente Pilota Guerrino Bortolani al socio Silvano Zaccari, prematuramente scomparso, che dedicò tanto tempo per la buona riuscita dell’operazione.